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Cinema

Stefania Sandrelli – Il conformista di B. Bertolucci

Televisione

Stefania Sandrelli – Lulù di Mario Missiroli, RAI

Teatro

N E W S

Lei mi parla ancora

È il nuovo film di Pupi Avati che ha debuttato su SKY Cinema lo scorso 21 aprile riscuotendo un grandissimo successo daparte del pubblico.
Il film è tratto dal romanzo Lei mi parla ancora - Memorie edite e inedite di un farmacista, scritto nel 2016 a 95 anni da Giuseppe Sgarbi. La trama racconta di un anziano farmacista rimasto vedovo dopo sessantacinque anni di matrimonio. I ricordi della sua storia con la moglie riaffiorano in lui con lucidità e ricchi di dettagli. La figlia dell'uomo, una nota editrice, decide di assumere uno scrittore affinché scriva un romanzo sulla vita dei genitori basandosi sui ricordi del padre.
Stefania interpreta la moglie di Nino, Caterina "Rina" Cavallini.

Progetti

vista di gaeta

Progetti ne ho sempre tanti, nel cassetto insieme ai sogni oppure tra le mani, sotto forma di storie in attesa di diventare film o sceneggiature per la televisione o per il teatro. Come sempre restate in contatto per essere i primi a scoprire che cosa succederà nella mia vita in un prossimo futuro...

A casa tutti bene

A casa tutti bene è un film del 2018 diretto da Gabriele Muccino.

Stefania interpreta Alba, la madre di Carlo (Pierfrancresco Favino), Sara (Sabrina Impacciatore) e Paolo (Stefano Accorsi), moglie di Pietro (Ivano Marescotti).

È il film di Gabriele Muccino che ha debuttato al cinema il 14 febbraio 2018 diventando subito un vero campione d'incassi. Promosso dall'intero cast anche in occasione del Festival di Sanremo, presentato tra gli altri dall'ottimo Perfrancesco Favino che ha voluto al suo fianco Stefania nel presentare un concorrente in gara.

Pietro e Alba festeggiano cinquant'anni d'amore. Dal loro matrimonio sono nati Carlo, Sara e Paolo, imbarcati con coniuge, prole, zie e cugine per un'isola del Sud. In quel luogo ameno, in cui Pietro e Alba hanno speso il loro tempo più bello, si riunisce una famiglia sull'orlo di una crisi di nervi. Carlo, separato da Elettra, è vessato da Ginevra, la nuova e insopportabile consorte, Sara, sposata con Diego, cerca di recuperare un matrimonio alla deriva, Paolo, cacciato dalla moglie e disprezzato dal figlio a causa di un tradimento, gira a vuoto e finisce a letto con la cugina. E poi c'è Riccardo che aspetta un figlio da Luana ed elemosina una (seconda) chance allo zio Pietro, Elettra che prova a fare fronte alla gelosia di Ginevra e Isabella, moglie annoiata di un marito troppo lontano che tradisce con Paolo. Il mare grosso e un temporale improvviso, impediscono le partenze dei traghetti e costringono gli invitati a prolungare soggiorno, convivenza e agonia. Satelliti nevrotici intorno agli 'sposi' provano a passare una nottata che non passa e non passerà.

Frustrati, infelici e tutti inguaribilmente narcisisti, i personaggi di Gabriele Muccino restano fedeli a se stessi e a una trilogia ideale di baci presi e dati dentro un cinema ombelicale.

A casa tutti bene, a dispetto del titolo evidentemente ironico, è una commedia "che sta male". Stanno male i suoi personaggi, tutti piccoli piccoli e alle prese coi contrasti e i conflitti (mai risolti se non a colpi di sceneggiatura) dei capitoli precedenti (L'ultimo bacio e Baciami ancora). Muovendosi con flusso ondivago dall'uno all'altro, A casa tutti bene comincia con la voce fuori campo di Stefano Accorsi, decano del genere, che sembra voler focalizzare la vicenda da un punto di vista soggettivo, ma poi la voce si perde nell'isteria collettiva, torna per un istante col timbro di Pierfrancesco Favino, per poi scomparire definitivamente, dichiarando la difficoltà a trovare un punto di vista. Sulla vicenda narrata, sui suoi personaggi.

Lo sguardo dell'autore va e viene, fugge e ritorna, tradisce e si pente alla maniera dei suoi protagonisti e coerente con quel nomadismo sentimentale che è da sempre la sua cifra e che da sempre li riguarda. Ma poi qualcosa accade, qualcosa di inaspettato e inaspettatamente sorprendente. Quella che sembrava l'ultima ed ennesima versione della sindrome di Peter Pan infila la deriva e traghetta le sue anime oltre la linea d'ombra. A questo giro di giostra i baci sono amari e conducono all'appuntamento con le scelte irreversibili della vita. A questo giro, ancora, non ci sono effetti di campo o di copione a blandire, soccorrere e assolvere i personaggi. Condotti al loro punto di rottura, con modalità diverse e appropriate al registro degli attori in campo, i protagonisti dovranno (finalmente) fare delle scelte, confrontarsi (senza sconti) con la propria narcisistica immaturità. Niente famiglie ricompattate al capezzale di un padre malato (Ricordati di me) o di un figlio in arrivo (L'ultimo bacio).

Stafania Sandrellio – foto Albachiara Leone

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