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Ecco i miei Jean: attori e rigisti francesi ai quali sono molto legata e che hanno condiviso le scene con me nel corso della mia carriera.

Jean Pierre Mocky
Nome d'arte di Jean-Paul Adam Mokiejewski (Nizza, 6 luglio 1933), è un regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico e montatore francese. È un autore molto prolifico (anche tre film in un anno) che spesso scrive e produce da sé i suoi film, spesso legati all'attualità ed eventi dalla vena anarchica. Figlio di immigrati polacchi (il padre, Adam Mokiejewski, era di origine ebraica, mentre la madre, Janine Zylinska, era una cattolica non praticante), Mocky iniziò la sua attività cinematografica come attore a 15 anni, recitando in Gli scocciatori, Dio ha bisogno degli uomini, Gli sbandati (1955) e La fossa dei disperati (1959). A 26 anni dirige il suo primo lungometraggio Dragatori di donne.

Jean Paul Belmondo
Belmondo nasce a Neuilly-sur-Seine il 9 aprile del 1933, figlio di Paul Belmondo (1898-1982), uno scultore francese, nato nell'allora Algeria francese da genitori italiani (padre piemontese e madre siciliana), e di Sarah Rainaud-Richard (1901-1996), una pittrice francese. Il giovane Jean-Paul, dopo essersi diplomato al  Conservatoire national supérieur d'art dramatique, comincia il suo apprendistato di attore in teatro, per il quale ha recitato in classici come L'avaro di Molière e, successivamente, in Cyrano de Bergerac di Rostand.
L'esordio cinematografico avviene nel 1956 con il cortometraggio Molière di Norbert Tildian. Nonostante abbia interpretato già pellicole di un certo rilievo - come A doppia mandata (1959) di Claude Chabrol e La ciociara (1960) di Vittorio De Sica - il film che lo consacra come uno dei maggiori attori francesi presso pubblico e critica è Fino all'ultimo respiro (A bout de souffle), diretto nel 1960 da Jean-Luc Godard, che lo aveva già diretto e notato precedentemente nel cortometraggio Charlotte et son Jules. Dopo il successo col film di Godard, Belmondo viene contattato da Claude Sautet per recitare, in parte di co-protagonista, nel suo noir Asfalto che scotta (1960), molto apprezzato dalla critica. È difatti con l'interpretazione seria e malinconica di Eric Stark nel film suddetto, che Belmondo recita per la prima volta al fianco di Lino Ventura, dando prova di notevole talento e di intensa forza interpretativa. Seguono successivamente le ottime prove recitative in film di buon successo, come Léon Morin, prete (Léon Morin, prêtre) (1961) e Lo spione (Le doulos) (1962), entrambi di Jean-Pierre Melville, maestro indiscusso del noir francese, regista che tra l'altro era apparso in un cameo nel film Fino all'ultimo respiro, nelle vesti dello scrittore Parvulesco. Nel 1963 Belmondo verrà chiamato dal regista Renato Castellani per il suo Mare matto, dove il giovane francese interpreterà brillantemente un marinaio livornese, innamorato di una pensionante (interpretata da Gina Lollobrigida) che poi si imbarcherà per trasportare un carico di vino, sotto la guida dell'ammiraglio (Odoardo Spadaro). La pellicola, pesantemente tagliata dal produttore Franco Cristaldi ma riscoperta oggi da molti critici, è un grande esempio di commedia all'italiana, con risvolti malinconici, che dà un grande spaccato dell'Italia degli anni sessanta. Riconosciuto ormai come un divo fra i più popolari del cinema francese, con L'uomo di Rio (L'homme de Rio) (1965) di Philippe de Broca, Belmondo comincia il suo cambiamento verso un filone più commerciale, tuttavia sempre molto apprezzato dal pubblico. Ritornerà solo nel 1974 al cinema d'autore con Stavisky il grande truffatore di Alain Resnais, ma senza riscuotere particolari consensi. Negli anni settanta si specializzerà molto nel poliziesco, interpretando spesso molte scene pericolose senza controfigura, intervallando la sua produzione con pellicole drammatiche: in questi anni, i suoi maggiori registi saranno Henri Verneuil, Georges Lautner, Philippe Labro, Jacques Deray e Philippe de Broca. A partire dai tardi anni ottanta, tralasciando crepuscolari pellicole di genere poliziesco, guerra e commedia, come Professione: poliziotto (1983), Irresistibile bugiardo (1984), L'oro dei legionari (1984) e Tenero e violento (1987), Belmondo privilegerà il teatro più che il cinema, sebbene nel 1989 riceva il Premio César per il migliore attore per il film Una vita non basta (Itinéraire d'un enfant gâté) di Claude Lelouch.
Nel 2001 è colpito da una malattia che lo allontana dal grande schermo e dal teatro fino al 2008, quando tornerà al cinema come protagonista del remake francese di Umberto D. di De Sica. Il 18 maggio 2011 viene insignito della Palma d'oro alla Carriera, durante la 64ª edizione del Festival di Cannes. Nel 2016, assieme al regista Jerzy Skolimowski, gli viene assegnato il Leone d'oro alla carriera, alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

 

Jean Luis Trintignan
Figlio di un industriale, studiò teatro negli anni cinquanta prima di imporsi, nel 1955, nel film di Roger Vadim E Dio creò la donna, al fianco di Brigitte Bardot. La carriera di Trintignant si interruppe per alcuni anni a causa del servizio militare obbligatorio. Dopo aver servito ad Algeri, ritornò a Parigi per proseguire la sua attività cinematografica. Nel 1962 recitò a fianco di Vittorio Gassmann nel capolavoro della commedia all'italiana Il sorpasso, per la regia di Dino Risi, nel ruolo del timido studente Roberto Mariani. Il grande successo del film Un uomo, una donna (1966) di Claude Lelouch gli assicurò la fama di star internazionale. Trintignant, che in questo film interpreta il ruolo di un pilota automobilistico, nella realtà è davvero nipote di Louis Trintignant, pilota morto in un incidente nel 1933. Un altro suo zio, Maurice Trintignant, nato nel 1917, fu un pilota di Formula Uno, vincitore due volte del Gran Premio di Monaco e della 24 ore di Le Mans. Recitò successivamente in film come Il conformista (1970) di Bernardo Bertolucci proprio a fianco di Stefania Sandrelli e il thriller politico Z - L'orgia del potere (1969), che gli fece vincere il premio per il miglior attore al Festival di Cannes nel 1969. Durante gli anni settanta, Trintignant recitò in numerosi film di successo, tra i quali sono da ricordare La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini, e Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini (1976). Nel 1983 fu protagonista dell'ultima pellicola di François Truffaut, Finalmente domenica!, accanto a Fanny Ardant. Tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, Trintignant diradò la sua attività per problemi di salute conseguenti ad un incidente stradale. Il suo ruolo nell'ultimo film di Krzysztof Kieślowski, Tre colori - Film rosso (1994) gli valse una nomination come miglior attore ai Premi César. Nel 2012 è stato protagonista accanto ad Emmanuelle Riva del film drammatico Amour, diretto da Michael Haneke.

 

Jean-Pierre Melville
Nato a Parigi il 20 ottobre del 1917 da una famiglia ebraica originaria dell'Alsazia. Uomo introverso, dotato di una personalità complessa e scontrosa, appassionato sin dall'infanzia di cinema, maturò una profonda ammirazione per la cultura statunitense, tanto da assimilarne atteggiamenti feticistici per il resto della sua vita. Durante la seconda guerra mondiale combatté nelle file della resistenza francese sotto il nome di battaglia di Melville, in onore dello scrittore e poeta statunitense Herman Melville (e che in seguito adotterà legalmente come cognome), e collaborò all'Operazione Dragoon, ovvero lo sbarco delle truppe alleate nella Francia meridionale. Le sue esperienze belliche saranno poi riversate nel film L'armata degli eroi (L'Armée des ombres, 1969), trasposizione cinematografica di un romanzo del 1943 di Joseph Kessel.

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